Monselice
Monselice prende il suo nome deriva “mons-silicis” cioè monte di selce, una pietra presente sui colli circostanti.
Tra i monumenti monselicensi di interesse storico ed artistico, spicca su tutti il Castello Cini, che prende il nome dal suo ultimo proprietario. Sorge ai piedi del Colle della Rocca ed è un complesso di edifici che si datano tra l’ XI e il XVI sec. La parte più antica è Romanica (dell’ XI sec.) insieme al Castelletto, mentre nel XIII sec. venne costruita con funzioni difensive la Torre di Ezzelino da Romano. In seguito (nel XIV sec.), con la signoria dei Carraresi, il nucleo centrale degli edifici fu trasformato in dimora signorile, con la presenza di caratteristici monumentali camini “ a torre”, unici in Italia. Nel periodo di governo della Repubblica di Venezia, il Castello fu acquistato dalla nobile famiglia veneziana dei Marcello che ampliò l’ edificio per ricavarne una dimora estiva, con la costruzione dell’edificio della Biblioteca, la ristrutturazione del Cortile Veneziano e la realizzazione nel 700 della cappella privata. Dopo la caduta della “Serenissima”, il Castello andò progressivamente in declino fino al 1935 quando la proprietà passò al Conto Vittorio Cini, uomo di grande cultura che cercò di ricreare nel Castello l’antica atmosfera medioevale, soprattutto nell’ importante “Armeria”. Dal 1981 il Castello con il “Mastio Federiciano”, divenne proprietà della Regione del Veneto che vi creò un importante Museo Regionale Longobardo.
Dal Castello Cini, proseguendo nella passeggiata ai piedi del Colle della Rocca, dopo aver oltrepassato la chiesa Romanica di S. Giustina, si trova la Porta Romana che introduce al più importante complesso monumentale religioso di Monselice: è il Santuario Giubilare delle Sette Chiese. E’ costituito da sei cappelle costruite su una via in salita, culminanti nel piazzale della Villa Duodo e nella settima chiesa, dedicata a S. Giorgio. Questo complesso fu progettato dal nobile veneziano Pietro Duodo che in questo luogo aveva realizzato la sua residenza. Nel 1605 ottenne dal Papa Paolo V il permesso di intitolare le cappelle con il nome delle sette basiliche romane, con il privilegio dell’ Indulgenza Plenaria. Nelle sei cappelle si trovano altrettante tele di Palma il Giovane, mentre in quella maggiore, sono presenti i corpi di alcuni martiri cristiani, tra cui il Corpo di S. Valentino, particolarmente venerato a Monselice. Adiacente all’ ultima chiesa, sorge Villa Duodo, progettata, insieme al resto del Santuario, dall’architetto Vincenzo Scamozzi, alla fine del XVI sec. Sul lato del monte sorge una scenografica scalinata, adornata da statue raffiguranti le “Quattro Stagioni”, dello scultore padovano Antonio Bonazza e termina con l’Esedra di S. Francesco Saverio che nel 1537 soggiornò a Monselice. Attualmente la Villa è sede distaccata dell’ Università di Padova.