Aldo Pettenella

Monastero Degli Olivetani
Vo

La cosa migliore sarebbe non aver mai visto i colli Euganei, e incontrarli per la prima volta, viaggiando nella loro direzione in una giornata limpida; arrivando da sud-est, per esempio, o da sud-ovest. Ma da qualsiasi parte li si prenda va bene, non fa gran differenza; sarebbe utile invece aver già l’abitudine ad altri e più usuali paesaggi collinari. Allora le straordinarie specificità di questo risalterebbero spontaneamente nel confronto e nel contrasto. A me, nato e cresciuto ai piedi della collina veronese, è successo di imbattermi negli Euganei quand’ero ragazzo, e probabilmente non avrei potuto spiegare allora l’impressione durevole e singolare che mi lasciarono; ma sapevo, credo, che non assomigliavano a niente di quello che conoscevo già. Innanzitutto per la silhouette, per il profilo generale; questi colli crescono di sorpresa da una pianura perfettamente piatta fino al loro piede, si addolciscono più su in pendii e dossi morbidamente modellati, culminano infine, con un nuovo scatto, in coni di ripida e nitida geometria. Dalle loro cime poi si dominano panorami così aperti, così vasti che ci si dimentica volentieri di trovarsi a modestissime quote: e tanto inclinata è la pendenza complessiva dei versanti che da molti punti si ha la vertiginosa sensazione di stare sospesi sulla piana sottostante. La convergenza di linee, la gradualità di inclinazioni, l’allineamento di forme concordi che noi associamo in genere al paesaggio di collina sono ignoti agli Euganei, ognuno dei quali si chiama fieramente “monte” e sta a sé, così quando si stringe ad altri come quando sorge isolato alla periferia del gruppo. Questa natura di associazione anarchica di colli spiega perché sia arduo, a chi li percorre le prime volte, imparare ad orientarsi negli Euganei, perché una loro mappa mentale sia tanto difficile e lenta da costruire. Ai contrasti di cui è ricca la morfologia del rilievo si aggiungono poi quelli di una vegetazione eccezionalmente varia, che affianca e persino mescola fra loro piante caratteristiche di climi, quote e suoli diversi. L’unicità di questo ambiente, tuttavia, dipende tanto dai suoi originari caratteri naturali quanto da un’elaborazione del paesaggio che è frutto di millenaria vicenda umana.

da Colli Euganei. La memoria lunga del paesaggio, 1995