Diego Valeri

Sentiero S.Antonio Abate
Teolo

La targa è stata rubata.
Verra’ riprodotta e posizionata in un luogo piu’ sicuro.

I Colli Euganei ebbero la stessa origine dell’Imalaia, anzi nacquero ad un parto con esso. Ma è certo che poco gli somigliano. La loro cima più eccelsa, quella del monte Venda, supera appena i 600 metri. Le loro masse non hanno nulla di massiccio: i loro profili si configurano in un lento sviluppo di curve morbidissime; e il loro respiro è calmo e leggero come quello di un bimbo che dorme. Alzandosi isolati e come improvvisi sulla pianura padovana, così vasta e tranquilla, hanno l’aspetto e il senso di un episodio bizzarro, di un’estrosa variazione, di un gentile lusus naturae. […]

Belle sono, infatti, queste montagnette, queste Alpi alla misura dei fanciulli: belle di chiaro disegno e di proporzioni perfette; più belle perché, sole in mezzo alla pianura infinitamente uguale, vi rappresentano la sorprendente varietà e diversità del mondo, vi portano una nota di delicata fantasia e il riposo di una forma conclusa tra il fuggire vertiginoso degli orizzonti rettilinei.

Chi sale e scende per le placide strade che ne cingono le basi e ne solcano i versanti, non sa se ciò che più lo tocca sia la molle ubertà dei verdi seni o l’aspra aridità dei cocuzzoli, la soavità che si esprime dalle linee femminilmente arrotondate o una certa amarezza di solitudine che traspira da ogni zolla. Ma chi le vede da giù, e un po’ da lontano, si sente invadere da una commozione più grande, come davanti a un miracolo semplice, a un mistero in piena luce. I dolci colli son là, come un divinum munus, tra le pianure del cielo e della terra, azzurri e verdi, senza più corpo, lievi come nuvola: aerea siepe dell’infinito.

da I Colli Euganei, 1932