Niccolò Tommaseo
Il Castelletto
Torreglia
Tauriliam canimus. Charâ qui degis in umbrâ,
vates, da citharam, quae florum dixit amores,
Euganeamque, annique vices, magnumque Meronta.
Haud procul Euganeâ locus est pulcherrimus urbe:
pontus erat; sed jam, flammis plodentibus, undae
cessere: exsiliunt colles, sinuantur in arcum,
omniferique virent.[…]
Jam vatum locus iste. Tenent circum omnia Vatem.
Ut vario ante oculos exsultant ordine montes!
Pars riget adscensu, spatiosaque culmina late
protendit, pars se facili demittere clivo
gaudet, et in pictam sensim subsidere vallem.
Pars comtum horriferum, pars vepres saxaque monstrat,
pars pendet scopulis, apicem pars surgit in unum.[…]
Cantiamo Torreglia. Poeta che vivi nella amata ombra,
prestami la cetra, che raccontò gli amori dei fiori,
l’euganea terra, l’alternarsi delle stagioni e il grande Meronte
Non lontano dall’euganea urbe vi è un luogo bellissimo:
era mare; ma da tempo, per l’esplodere delle fiamme,
le onde si ritirarono: i colli balzano fuori,
si piegano ad arco, verdeggiano rigogliosi di ogni bene.[…]
Già luogo di poeti è codesto. Tutto all’intorno avvince il poeta.
Con quale varietà s’innalzano alla vista i monti!
Quale si erge ripido e largamente la vasta cima distende,
quale si compiace di scendere con dolce declivio,
e si allarga insensibilmente nella variopinta valle sottostante.
Uno è adorno di una chioma selvaggia,
l’altro mostra massi e cespugli;
quale si china su rocce, quale si erge in un’unica vetta.[…]