Antonio Pochini

Strada Provinciale 5
Galzignano Terme

Giace di Rua, monte d’Euganea, al piede
D’ulivi e viti un picciol colle adorno,
A cui sul dorso un bel palagio siede,
Che gli umil tetti signoreggia intorno:
Qui, allor che il rivo inaridir si vede,
Aura fresca l’ardor vince del giorno;
E quando in ghiaccio il fiumicel si lega,
Non mai Borea crudel l’ale qui spiega.

Pensil giardino si vagheggia innante,
Che di mille color tutto è dipinto:
Qui pompeggia la rosa e qui ‘l fragrante
Gelsomin, là il garofano e ‘l giacinto;
E tanti sono i cedri, i fiori, e tante
L’erbe odorose, ond’esso tutto è cinto,
Che il zefiretto, che d’intorno vola,
Col soave baciar l’alma consola.

Al manco lato ampio vial si mira,
Che l’erto monte insin dritto si stende;
Poscia colà per altro canto gira,
E, tornando al giardin, dolce discende:
Di qua, di là, di su, di giù ti aggira,
Che tua mente ove sei non ben comprende:
Spalliera a questa e a quella parte fanci
Fruttiferi arboscei, cedri ed aranci.

Del maestoso Anfiteatro in guisa,
Che un dì surse di Roma entro alle mura,
Di monti schiera avanti in due divisa.
Il bel loco ad ornar, pose Natura:
Spazia il guardo a rincontro e vi si affisa,
Tranne un colle, ch’è in mezzo alla pianura;
Ma vaga sovra questo alza la fronte
Palagio altier, che ne ristora l’onte.

[…]

Lieta verzura i colti pian soggetti
Veste di vario e sempre vago incanto,
Che al degradar de’ men vicini obbietti
Si cangia il verde in azzurrino ammanto.
Sparsi d’intorno i rusticali tetti
Biancheggiar vedi; e si confonde tanto
Il bruno, il bianco, l’azzurrino, il verde,
Che l’occhio in dolce variar si perde.

Questa è di Galzignan l’amata villa,
Ov’è per me Ippocrene ed Elicona:
Qui non più il ciglio mio lacrime stilla,
né voce di dolor più il labbro suona;
Ma vita di menar così tranquilla,
Benchè tanto io non merti, il ciel mi dona;
E degli scorsi in verde etate affanni
Innocente piacer ristora i danni.

Mentre l’amante genitor giulivo
Han dimestiche cure in sé raccolto,
Or a’ dolci miei studj attendo, e scrivo,
Or erro pel giardin con lieto volto;
Ma talor mi vedresti appresso un rivo
Giacer sull’erba in gran pensieri involto,
E con la destra in su la fronte bassa
Fiso sull’onda, che sussurra e passa.

da Stanze