IN OCCASIONE DEI 650 ANNI DALLA MORTE DEL POETA,
L’OMAGGIO DEL “LIBRO DEGLI OSPITI”
DA PARTE DEL PARCO LETTERARIO PETRARCA
FA RIPRENDERE LA SECOLARE TRADIZIONE

16 gennaio 2025 – Ore 11.30
presso Casa Museo Francesco Petrarca ad Arquà Petrarca

I soci fondatori del Parco Letterario® Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, con il patrocinio dei Parchi Letterari®, in occasione dei 650 anni dalla morte di Francesco Petrarca (1374-2024), sono lieti di porgere in omaggio al Comune di Padova, proprietario della Casa del Petrarca ad Arquà Petrarca, due copie di un nuovo “Libro degli Ospiti”.

“Si tratta di un nuovo inizio per la lunga tradizione di accoglienza presso questa casa che è sempre stata una meta di pellegrinaggi letterari ma non solo”, esordisce Paolo Gobbi, presidente del Parco Letterario dedicato a Petrarca. “Abbiamo ideato due libri in realtà” continua Gobbi. “Il più pregiato è stato realizzato in collaborazione con l’Abbazia di Praglia (Teolo-Pd) che ha prodotto tale manufatto attraverso il suo Laboratorio di restauro del libro. Ringraziamo in particolar modo l’abate Stefano Visentin e il responsabile del laboratorio Alberto Benato. Si tratta di un volume di grande pregio che unisce un interno di trecento pagine in carta raffinata, con frontespizio e pagine introduttive realizzate appositamente (con testi in italiano e in inglese), il tutto rilegato a mano con una fattura antica con rilegatura in filo di lino, capitello cucito a mano. La seconda copia donata presenta il medesimo interno, ma ha una rilegatura semplice a filo refe e con copertina in simil pelle, grazie all’esperienza e competenza di Nuova Grafotecnica di Casalserugo.”

Le due copie del nuovo “Libro degli Ospiti” saranno consegnate dai soci fondatori del Parco Letterario® Petrarca, insieme all’’Abate di Praglia,

il giorno 16 gennaio, presso la Casa del Petrarca, alle ore 11.30

Tra le varie persone presenti ci saranno anche Francesca Veronese, direttrice dei Musei Civici di Padova e Lisa Loreggian, vicesindaco di Arquà Petrarca.

ll “Libro degli Ospiti” sarà collocato nella Casa del Petrarca, all’ingresso, al piano terra, su un leggio che accoglie l’ospite che potrà lasciare una traccia scritta della sua visita

Nel 1783, l’allora affittuario della Casa del Petrarca, Girolamo Zulian, inserì questo invito all’inizio del libro ospiti:

Tu che devoto al sacro albergo arrivi
ove s’aggira ancor l’ombra immortale
di chi un dì vi depose, il corpo frale
la patria, il nome, i sensi tuoi qui scrivi

Questo invito è stato inserito all’interno del “nuovo” Libro degli Ospiti donato dal Parco Letterario® Francesco Petrarca e dei Colli Euganei.

 

APPROFONDIMENTO

Codici di Arquà-Album dei Visitatori, ovvero il Libro degli Ospiti
nella Casa del Petrarca ad Arquà Petrarca, dal 1787 al 1874.

Dal momento della morte di Francesco Petrarca ad Arquà, nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374, la fama del Poeta non ha mai cessato di diffondersi. Dopo la sepoltura, secondo la sua volontà testamentaria, all’interno della chiesa parrocchiale, dal 1380 le spoglie del Cantore di Laura riposano in un sepolcro monumentale antistante l’edificio sacro.
La Casa è stata conservata nei secoli, pur passando attraverso le mani di diversi proprietari e subendo svariate modifiche; dal 1875 è proprietà del Comune di Padova.
Nel corso dei secoli, la Tomba e la Casa del Poeta sono state la destinazione di tanti visitatori, fino a diventare meta di un autentico “pellegrinaggio”. In epoca rinascimentale, con l’inizio del fenomeno del Petrarchismo, nel Settecento e agli albori del Romanticismo, la figura di Petrarca venne riscoperta e avvicinata con particolare intensità (e in modo sempre diverso).
Fra Settecento e Ottocento la vicinanza di Arquà a Venezia portò a una maggiore frequentazione dei luoghi del Poeta da parte dei viaggiatori del Grand Tour. Fu in questo periodo che gli ospiti della casa iniziarono a lasciare segni del loro passaggio, a volte scrivendo sulle stesse pareti. Per ovviare ai danni subiti patiti dalla dimora e, al contempo, per offrire agli ospiti la possibilità di lasciare traccia della loro visita, vennero dunque predisposti dei “quaderni”, detti all’epoca “Codici”, nei quali si potesse apporre una firma, annotare delle impressioni, condividere un breve scritto in prosa o in poesia.
Nel 1867, dopo l’unione del Veneto (1866) al neonato Regno d’Italia (1861), Arquà divenne inoltre «Arquà Petrarca»: la nuova denominazione soffonde di valore patriottico la figura del Poeta incoronato in Campidoglio.
I testi contenuti in tali documenti sono stati trascritti e pubblicati in tre raccolte: Il codice di Arquà, Per Nicolò Zanon Bettoni, Padova 1810; La casa ed il sepolcro del Petrarca ad Arquà, Giuseppe Gattei, Venezia 1827, e Quinto centenario dalla morte di Francesco Petrarca. I codici di Arquà dal maggio 1788 all’ottobre 1873, per cura di Ettore Macola, Stabilimento Prosperi, Padova 18 luglio 1874.
Il primo «Codice manoscritto» era già smarrito nel 1810, quando il tipografo Bettoni pubblica la sua raccolta, affermando nella dedica al Prefetto del Brenta, Bonaventura Zecchini, che su di esso, «nella stanza del Cantore di Laura in Arquà i lettori devoti del gran Poeta scrivevano i loro nomi, e sovente i sensi di ammirazione e di affetto che in loro eccitava la visita del solitario soggiorno, e della tomba di quel divo ingegno». Anche il secondo Codice, «che ricomincia colla data dell’anno 1787», venne smarrito. Bettoni dichiara: «per amica gentilezza del signor Giustiniano Bernardi Modenese, alla cui famiglia appartiene per metà quel riverito soggiorno, essendomi stato accordato il libero uso di quel Codice, ne approfittai determinandomi a moltiplicarlo colla stampa. Esce pertanto in luce il Codice di Arquà da’ miei torchi». Sempre Bettoni nella premessa «Al lettore», scrive:
«Usarono alcuni di scrivere il proprio nome ed i propri concetti sulle pareti, ma lordate queste da nomi, da versi, da sciocchezze e da cancellature, pensarono negli andati tempi i possessori di quella casa di offrire ai forestieri un libro, affinché registrar vi potessero, se così piaceva, il nome loro, e tutto ciò che la santità del luogo d’ispirar era capace al loro entusiasmo» (p. IX). «Appena ci rimane il libro che nel 1787 fecevi collocare il veneto patrizio Girolamo Zulian di grata ed onorevole ricordanza, libro che fu poi detto Codice di Arquà, e nel quale ogni straniero agio avea di palesare i propri sentimenti verso le ceneri dell’immortale Poeta» (p. XI).
La Casa del Petrarca, dall’inizio del Settecento proprietà della famiglia padovana Dottori, nel 1783 fu data in affitto al cavalier Girolamo Zulian, che introdusse l’uso dei registri delle firme per i visitatori1. Quanto alle scelte nella pubblicazione dei testi, si legga quanto dichiara Bettoni:
«Ma non si creda per questo che a tutto ciò che leggesi nel Codice si faccia luogo in questa edizione, e neppure s’immagini alcuno che siasi presa cura veruna per sceglierne il meglio. Si ommisero molti nomi semplicemente enunziati, e pochi soltanto di quei viaggiatori stranieri si conversarono che invitò ad Arquà la stima del gran Poeta italiano. Si ommisero eziandio molte laidezze che certuni si permisero di nutrire in un luogo, ove tanto adornamento ottenne la nostra lingua, e dove Petrarca solo e pensoso pe’ deserti campi ne’ filosofici pensieri occupavasi assiduamente. Ma nemmeno a poche e scelte composizioni limitare dovessi a questa edizione, se oltraggio far non voleasi a coloro che se non eruditi, almeno sinceri, se non con forbiti versi, con sensi almeno dettati dall’idea grande che loro ispirò quell’ameno soggiorno ed il nome del Petrarca, amarono di lasciare, come meglio per lor si poteva, qualche testimonianza dell’intrapreso pellegrinaggio. E perché ragionevole lusinga ne venne da ciò che la varietà dello stile, e la cordialità di certe non istudiate espressioni potesse non dispiacere a’ Lettori, non si alterò punto la confusione che sorpresi nel Codice di Arquà, dove bene spesso accadde che taluno collocò il proprio nome colla data del giorno in qualche pagina che molto prima era stata in parte occupata dagli altri» (pp. XII-XIII).

Bettoni riporta l’invito presente nel Codice: TU CHE DEVOTO AL SACRO ALBERGO ARRIVI / OVE S’AGGIRA ANCOR L’OMBRA IMMORTALE / DI CHI UN DÌ VI DEPOSE, IL CORPO FRALE / LA PATRIA, IL NOME, I SENSI TUOI QUI SCRIVI | In Arquà – Anno MDCCLXXXVII / Dalla morte del Petrarca – CCCCXIV
Nel 1874, in occasione del Quinto Centenario della morte, il conte Ettore Macola pubblicò un’altra raccolta di testi provenienti dai Codici di Arquà. Nelle prime pagine, indirizzate «A chi leggerà», Macola scrive:
«Arquà, amenissimo colle degli Euganei, in cui visse quattr’anni e morì il Petrarca fu in ogni tempo scopo di pellegrinaggi di persone di tutte le nazioni che colà accorsero a venerare la tomba e la casa di lui. In questa modestissima magione si conservano dei libri, sui quali quasi tutti i visitatori, inspirati dalla memoria del Grande, inscrissero i loro pensieri od almeno i loro nomi. Perché qualcuno di quei libri può dirsi ormai antico, e perché essi contengono ogni sorta di composizioni, generalmente vennero chiamati Codici, ed io pure credo opportuno di conservare loro tale appellativo.
Non si rinviene per isventura, alcuna traccia di quelli che dicesi esistessero nei secoli passati. È deplorabile, che in tal modo siano andate smarrite molte testimonianze d’affetto, di stima, di reverenza lasciate da stranieri e da nazionali al Poeta, e quindi all’Italia ov’ebbe la culla e la tomba.
Nell’anno 1787 il veneto patrizio Girolamo Zulian, tenero di quanto s’attenea al Petrarca aveva, per salvarla, presa a pigione, e ristaurata quella casa famosa, e vi depositò un grosso volume ch’è il primo di quelli oggidì esistenti e da quel tempo si continuò, esaurito quello, a sostituirne degli altri; per cui al presente se ne hanno cinque, l’ultimo dei quali ancora in corso» (pp. V-VI).
«Esaminando quelle pagine, c’è veramente da sentirsi orgogliosi d’essere Italiani, vedendo l’ammirazione, l’entusiasmo, la riverenza destati dal nostro Grande Poeta, nelle centinaia e centinaia di stranieri d’Europa, d’America e fin d’Asia, che dopo lunghi e perigliosi viaggi vi lasciarono qualche ricordo. È inutile parlare dei visitatori Italiani, poiché questi mossero sempre numerosissimi a venerare questa loro Gloria, così sublimata da tanti stranieri» (p. VIII).
«I carmi amorosi del Petrarca essendo i più conosciuti generalmente mossero in tutti i tempi i cuori gentili e ad affetti soavi. Se ne risentirono i Codici, in cui si trovano molte memorie di amanti felici, o di sposi recenti, i quali si giurarono reciproco amore, ch’essi come al solito, ingenuamente dissero eterno» (p. X).
«Finalmente sotto il titolo Amenità formai la parte sesta ed ultima, raccogliendo in essa tutte le cose scritte appositamente in tuono scherzoso o piccante; tutti que’ strafalcioni di persone che poco o nulla conoscevano di grammatica e di ortografia; alcune frasi di un partito avverso alla patria; le invocazioni eccentriche di certi amanti; e tutto ciò che di irreverente fu scritto contro le donne; avvertendo che per omaggio ad esse omisi deliberatamente di farle concorrere alla formazione di quest’ultima parte» (pp. XVII-XVIII).
«I Codici di Arquà sono conservati presso la Biblioteca Civica di Padova e vengono esposti nella casa a rotazione per ragioni di conservazione»2. «I registri, detti anche Codici di Arquà, oltre trenta dal 1787 ai giorni nostri, si conservano presso la Biblioteca Civica di Padova»3.

1 V. DONVITO – M. MAGLIANI, Il mito della Casa del Petrarca, in M. MAGLIANI (cur.), La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, Skira-Comune di Padova, Milano 2003, 91.

2 M. BENETTIN – M. MAGLIANI, Il mito della casa: i registri dei visitatori, in EAD. – EAD., La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà. La visita, in M. MAGLIANI (cur.), La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, cit., 81-82.
3 V. DONVITO – M. MAGLIANI, Il mito della Casa del Petrarca, in M. MAGLIANI (cur.), La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, cit., 91.

 

BENETTIN M. – MAGLIANI M., Il mito della casa: i registri dei visitatori, in EAD. – EAD., La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà. La visita, in M. MAGLIANI (cur.), La Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, Skira-Comune di Padova, Milano 2003, 81-82.
BALDUNO A., I fans di Petrarca ad Arquà, in «Odeo olimpico» 26 (2004/6), 7-24.
BALDUINO A., Luoghi della memoria: i fans di Petrarca ad Arquà, in Idem, Periferie del Petrarchismo, a cura di B. Bartolo e A. Motta, presentazione di M. Pastore Stocchi, Antenore, Roma-Padova 2008, 185-206.
FAVARO F., Sentieri petrarcheschi, intorno ad Arquà, in «Il Capitale Culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage», 16 (2017), 25-44.